Cari Alpini,
oggi, centocinque anni dopo la fine del Primo Conflitto Mondiale, ci ritroviamo davanti ai Monumenti che ricordano i nostri Caduti e la nostra storia, celebrando così all’unisono ovunque ci sia un Gruppo alpino la ricorrenza del IV Novembre.
In un momento di gravissime tensioni internazionali, che mettono a serio rischio la pace mondiale, questo appuntamento si carica se possibile ancor più di significati.
È infatti la Giornata delle Forze armate e dell’Unità nazionale, giornata in cui ribadiamo con forza il nostro attaccamento ai valori di spirito di sacrificio, servizio, solidarietà e amore per la pace che, nel nome della Patria, hanno fatto e fanno grande la nostra Associazione.
Abbiamo in questi anni recenti festeggiato traguardi importanti, come il 150° di fondazione del Corpo degli Alpini e il secolo di vita dell’Ana. E abbiamo superato gravissime difficoltà, come la pandemia di Covid19, che ha portato avanti tantissimi dei nostri vèci e durante la quale, però, non abbiamo esitato ancora una volta a rispondere “presente”. E da poco, presente il Capo dello Stato, abbiamo ricordato il 60° anniversario della tragedia del Vajont in cui furono centinaia di ventenni alpini di leva i primi ad accorrere sul luogo della devastazione.
Ma l’umanità sembra non voler imparare mai dalla storia e ci ripropone ogni giorno eventi che vanno contro ogni logica di convivenza fraterna e civile.
Proprio per questo è importante che noi continuiamo ad impegnarci sulla via tracciata dai nostri padri, nel ricordo di quanti sono Caduti per offrire a noi un futuro migliore; e soprattutto non demordiamo nel voler trasmettere in primo luogo ai più giovani i valori che hanno sin qui retto il nostro operare.
Viva l’Italia e viva gli Alpini,
Sebastiano Favero
Presidente Nazionale dell’Associazione Alpini